Il futuro della chimica e della farmaceutica in Europa è stato il tema al centro dell’ iniziativa promossa dalla Filctem-Cgil e dalla IGBCE (sindacati italiano e tedesco dei lavoratori del settore) che si è svolta l’8 aprile a Bruxelles presso la sede di Rappresentanza della Bassa Sassonia.
La Conferenza è stata organizzata dai due sindacati dei lavoratori più rappresentativi del settore in Italia e Germania per presentare un documento congiunto delle due organizzazioni e per mettere a confronto su questi temi dirigenti sindacali provenienti da diversi paesi europei, rappresentanti delle organizzazioni datoriali europei e nazionali, decisori politici europei.
L’evento è stato una anticipazione del confronto che ci sarà nelle prossime settimane e mesi per varare le misure che le Istituzione dell’UE e i governi dei diversi Paesi dovranno mettere in campo per affrontare la transizione dell’industria chimico-farmaceutica, reggere la competizione globale e, per attuare le quali, sono già stati annunciati per i prossimi mesi provvedimenti quali il Critical Medicines Act, il Chemical Industry Package, e un Critical Chemicals Act.
Introduzione
L’iniziativa è stata introdotta dal Segretario generale della Filctem-Cgil, Marco Falcinelli, e dal Presidente della IGBCE, Michael Vassiliadis, che hanno illustrato la posizione delle due organizzazioni che - pur partendo da condizioni nazionali differenti, anche se con diversi elementi in comune - condividono l’analisi, le proposte e le richieste riassunte in un documento congiunto presentato pubblicamente ad una platea qualificata e rappresentativa di leader sindacali, dirigenti d’azienda e dell’associazionismo d’impresa, rappresentanti della Commissione e del Parlamento europei di diverse provenienze e culture sindacali e politiche.
Nei loro interventi Falcinelli e Vassiliadis hanno sottolineato la rilevanza del settore chimico-farmaceutico nell’economia europea e globale e di quello chimico, in particolare, come base fondamentale di tutte le altre industrie. Evidenziando le enormi sfide poste dalla transizione, ma anche dalle nuove tensioni geopolitiche di cui i dazi sono soltanto l’ultima manifestazione.
Il Clean Industrial Deal, pur apprezzato perché primo atto di politica industriale della UE dopo decenni, non è ritenuto sufficiente per garantire gli obiettivi di decarbonizzazione, assicurare l’autonomia strategica europea, mantenere competitività al settore.
Il CID va completato:
- con risorse comuni UE;
- con la modifica delle regole di bilancio statali e dell’Unione per garantire la disponibilità di risorse pubbliche;
- con regole capaci di incrementare la domanda di prodotti decarbonizzati - come, ad esempio, regole sugli appalti pubblici - svolgendo così una funzione da volano idonea ad attirare gli investimenti privati necessari.
I due leader hanno indicato l’urgente necessità di garantire sostegno all’occupazione durante le fasi di transizione per evitare licenziamenti e chiusure di aziende in Europa con regole e scelte di politica industriale che salvaguardino la produzione e la stessa occupazione, come ad esempio il fondo SURE utilizzato in pandemia, ed anche attraverso: dialogo sociale, contrattazione e diritti sindacali. Affinché la trasformazione delle industrie non avvenga a discapito di posti di lavoro di qualità.
L’iniziativa
Dopo l’introduzione, Hannes Hauke Kühn – responsabile internazionale della IGBCE – ha presentato il documento illustrandone i contenuti che sono poi stati approfonditi in due diversi panel.
Panel 1
Nel primo, moderato da Letterio Oceano – responsabile internazionale della Filctem-Cgil – si sono confrontati gli esponenti sindacali Jan Franco, responsabile internazionale della ACV-CSC Belgio, Domenique Bousqenaud, Segretario generale della FCE-CFDT Francia, Andreas Bodemer responsabile Ufficio relazioni EU della IGBCE Germania, Aldo Zago, responsabile settore chimico della Filctem-Cgil Italia e Juan Jose Luis Delgado Policy Advisor di IndustriAll Europe.
Riguardo gli alti costi energetici, indicati da tutti come il principale problema in termini di competitività, è emersa la necessità di affrontarli in modo più rapido, deciso e strutturale. Garantendo i necessari investimenti per l’infrastruttura della rete elettrica, ma anche intervenendo decisamente sui meccanismi di formazione del prezzo nel mercato. Infine, è stato indicato come indispensabile che le risorse pubbliche e le agevolazioni di accesso agli appalti pubblici contengano condizionalità ambientali e sociali che garantiscano occupazione di qualità in termini di diritti, retribuzioni e contrattazione.
Panel 2
Nel secondo panel, il leader della Filctem, Marco Falcinelli e della IGBCE Michael Vassiliadis hanno dibattuto i temi e le tematiche esposte nel documento con Katharina Fraune, responsabile dell’Ufficio di Bruxelles di Evonik Industries AG e con il Vicedirettore generale della DG GROW, Hubert Gambs e hanno poi risposto alle domande poste dai partecipanti.
Tra i punti trattati: la questione dell’idrogeno, il settore deve essere incentivato, dal punto di vista della produzione e della relativa filiera, della domanda, della infrastruttura. Non trascurando gli elementi di criticità in termini di prezzo, e affrontando in modo specifico il tema dell’utilizzo dell’idrogeno quale materia prima. Le regolamentazioni europee, come ad esempio REACH e CBAM, vanno definite o perfezionate rapidamente per offrire certezza ad aziende e investitori e per difendere l’industria europea dalla competizione sleale di mercati esterni, sia dal punto di vista delle regole sociali che di quelle ambientali.
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