Di seguito le proposte contenute nel documento unitario delle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca e Flaei Cisl, Uiltec Uil a sostegno della campagna di assemblee di Cgil, Cisl, Uil sul confronto con il Governo.
La legge di bilancio 2022 approvata dal Consiglio dei Ministri – è scritto nel documento -, pur prevedendo una politica espansiva (in deficit) per sostenere e consolidare la crescita in una condizione ancora di emergenza sanitaria, non contiene a nostro avviso misure sufficienti a sostenere politiche sociali rivolte al mondo del lavoro dipendente.
Al termine del documento Filctem, Femca, Flaei, Uiltec chiedono a tutti i lavoratori di sostenere CGIL-CISL-UIL nella trattativa con il Governo partecipando a tutte le iniziative di mobilitazione - che verranno messe in campo sia a livello territoriale, regionale che nazionale - con ogni modalità e strumento per garantire la più ampia partecipazione.
A sostegno delle richieste avanzate e contenute nelle piattaforme di Cgil-Cisl-Uil nei confronti del Governo, riteniamo doveroso rivendicare le nostre ragioni – scrivono le quattro organizzazioni sindacali - attraverso una campagna diffusa di assemblee in tutti i luoghi di lavoro a partire dal mese di novembre.
LE NOSTRE RICHIESTE:
PENSIONI: riteniamo inaccettabile la proposta del Governo, che garantisce l’uscita in pensione solo per un numero limitatissimo di lavoratrici e lavoratori. Per avere una vera riforma delle pensioni, che non contrapponga le nuove generazioni alle vecchie chiediamo:
- l’introduzione di una PENSIONE CONTRIBUTIVA MINIMA DI GARANZIA per i più giovani;
- la maturazione del diritto alla pensione dai 62 ANNI DI ETA’ O 41 ANNI DI CONTRIBUTI;
- agevolazioni reali di uscita in pensione per: DONNE – DISOCCUPATI- LAVORATORI PRECOCI- LAVORATORI DISCONTINUI – LAVORI USURANTI E GRAVOSI:
- il riconoscimento di tutti i PERIODI DI CONTRIBUZIONE FIGURATIVA per il raggiungimento della pensione contributiva, togliendo il limite dei cinque anni;
- va allo stesso tempo sostenuta la previdenza complementare.
NON AUTOSUFFICIENZA: è gravissimo non aver previsto fondi per le categorie più fragili e per le malattie croniche, anche alla luce degli strascichi che le cure covid 19, soprattutto nella prima fase pandemica, hanno determinato.
- Chiediamo pertanto con forza una LEGGE SULLA NON AUTOSUFFICIENZA
TASSE E FISCO: ancora una volta non si prevede una riforma fiscale progressiva ma si pensa alla politica dei due tempi, prima le imprese e poi forse i lavoratori e i pensionati
- Chiediamo che il reperimento delle risorse per la RIDUZIONE DELLE TASSE SU LAVORATORI E PENSIONATI sia operato tramite la diminuzione dell’imposizione fiscale, e non con proposta di superamento dell’IRAP, avanzata dal Governo, che è ad esclusivo vantaggio delle Imprese e che depaupera le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale.
EVASIONE ED ELUSIONE FISCALE:
- chiediamo misure efficaci di contrasto a questo fenomeno, che permettano il recupero delle risorse necessarie a praticare una politica vera sul Welfare State e che non compaiono in questo provvedimento.
AMMORTIZZATORI SOCIALI:
- Chiediamo una riforma strutturale ed universale di tutela per tutti i lavoratori
LOTTA ALLA PRECARIETA’: a fronte di una forte ripresa economica non si sta determinando la creazione di buona occupazione: di contro aumentano la povertà e i lavoratori discontinui, con conseguenze anche sul futuro pensionistico.
- Chiediamo misure specifiche di contrasto alla precarietà.
SALUTE E SICUREZZA: nell'ambito della piattaforma “PATTO PER LA SALUTE” di Cgil-Cisl-Uil, l’obiettivo primario è fermare le stragi sul lavoro. Non è più tollerabile che al crescere dei dati economici crescano anche gli infortuni e i morti sul lavoro.
- Chiediamo il reperimento ti tutte le risorse necessarie al rafforzamento di tutti gli organi di controllo preposti al tema della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro. La cultura del valore del lavoro e la sua sicurezza devono tornare al centro della contrattazione a tutti i livelli.
TRANSIZIONE AMBIENTALE GREEN, ENERGETICA E DIGITALE:
mancano misure adeguate ad affrontare le sfide della trasformazione ambientale green, energetica e digitale del Paese, con scelte dedicate e orientate. La transizione energetica avrà effetti virtuosi sull’ambiente ma anche importanti riflessi e conseguenze sullo sviluppo industriale e sull’occupazione:
- chiediamo che IL PROCESSO SIA RESO SOSTENIBILE sul piano occupazionale ed economico e che non generi ulteriori divari sociali. Bisogna indirizzare le risorse economiche previste dal PNRR verso piani d’investimento dedicati a realizzare interventi di RICONVERSIONE INDUSTRIALE, RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE e meccanismi che sostengano, attraverso interventi di politiche attive, la RICOLLOCAZIONE LAVORATIVA NEI SETTORI INDUSTRIALI DI NUOVO SVILUPPO.
- Va prevista la creazione di un FONDO DI GARANZIA E DI UN AMMORTIZZATORE SOCIALE DEDICATO a sostenere la transizione e la riqualificazione professionale dei lavoratori che saranno coinvolti in tale processo
POLITICHE INDUSTRIALI E DI SVILUPPO: capitolo completamente assente dall’agenda di Governo che non dà risposte alle disuguaglianze sociali ed economiche del Paese a partire dal Mezzogiorno. Manca una vera politica industriale che salvaguardi la seconda manifattura d’Europa, quella in grado di apportare crescita del PIL e al contempo di garantire buona e qualificata occupazione, con il rischio concreto il trasformare il tessuto industriale italiano, la sua manifattura, in un ampio bacino composto da bassa e poco qualificata manovalanza, priva di qualsiasi apporto di valore aggiunto se non per pochissimi settori di nicchia.
- Chiediamo il varo di una vera e strategica POLITICA INDUSTRIALE, dalla quale il nostro Paese non può più prescindere. Sostenere i processi legati alla transizione energetica presuppone il dotarsi di una visione prospettica per i settori industriali.
- Chiediamo di rivedere le scelte non coerenti, fatte dai passati governi, sullo sfruttamento delle risorse energetiche presenti nel nostro paese e ritenute necessarie per ACCOMPAGNARE IN MODO GRADUALE LA GIUSTA TRANSIZIONE.
RISORSE DEL NEXT GENERATION UE – FONDO COMPLEMENTARE E FONDI STRUTTURALI EUROPEI: la proposta del Governo è completamente insufficiente perché non fa scelte concrete e mirate per investire l’ingente mole di risorse economiche che arriveranno dai Fondi Europei.
- Chiediamo di non lasciare mano libera al mercato e alle aziende di presentare progetti senza il REALE E FATTIVO COINVOLGIMENTO DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI E DEI LAVORATORI stessi, esponendoci al rischio concreto che tali risorse non siano destinate alla creazione di lavoro stabile e di qualità.