Gli oltre 200, tra delegate e delegati del Gruppo Enel, al termine dell’attivo unitario di Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil, tenuto questa mattina a Roma, hanno dato mandato ai sindacati di intensificare le azioni sindacali nel caso in cui (il prossimo 23 novembre) nell’incontro per il nuovo piano industriale, Enel non dovesse dare concrete risposte e non dovesse intraprendere un cambio di rotta nelle sue politiche organizzative.
Infatti, pur riconoscendo all’azienda l’accoglimento delle richieste dei sindacati per quanto riguarda i lavoratori somministrati attraverso la presentazione di un piano di stabilizzazioni nei prossimi mesi, si è ravvisata l’urgenza di aprire un confronto con i vertici aziendali. Si tratta di un’esigenza maturata a seguito del lungo dibattito odierno in cui sono emerse svariate criticità. “La relazione presentata dalle Segreterie Nazionali - si legge nell’ordine del giorno prodotto al termine dell’attivo dei tre sindacati - e i numerosi interventi dei responsabili di settore presenti, hanno evidenziato una situazione non più sostenibile all'interno del Gruppo Enel, per quanto riguarda: i carichi e lo stress sul lavoro, il dimensionamento insufficiente di personale e le criticità dei modelli organizzativi nelle varie aree di business, a partire da quelle che svolgono una attività in concessione dallo Stato (distribuzione, idroelettrico, geotermia) fino all'area dei servizi commerciali”.
Nello specifico nel documento risaltano difficoltà nella distribuzione dovuta all’efficientamenti realizzati nel tempo, soprattutto sul piano degli organici; inoltre, nella generazione preoccupano la scadenza delle concessioni idroelettriche e geotermiche che sono le più imminenti, le ventilate ipotesi di modifiche gestionali ed organizzative nella conduzione degli impianti termoelettrici; poi, esistono difficoltà nel presidio delle dighe e degli impianti idroelettrici a causa della mancanza di personale. Per quanto riguarda il mercato, Enel non ha ancora esplicitato i possibili scenari soprattutto in vista del superamento della ‘Maggior Tutela’ per i clienti domestici.
I risultati economici positivi dimostrano che “siamo di fronte ad una Azienda in salute – si legge ancora nel documento - che non deve pensare al taglio dei costi e agli asset da vendere. Ma se si vuole rendere possibile la transizione energetica Enel deve investire e creare valore. L’alto indebitamento, conseguenza di scelte espansive troppo spinte fatte in un contesto economico più favorevole dell’attuale, non può essere una condizione da scaricare sul personale”.
L’appuntamento del prossimo 23 novembre per la presentazione del nuovo piano industriale, secondo le segreterie nazionali dei sindacati, dovrà rappresentare una importante occasione di confronto diretto con i massimi vertici aziendali. In quell’occasione i Sindacati ribadiranno la necessità di un cambio di paradigma dato che “i lavoratori di Enel, nello scenario espansivo che si prospetta verso l’utilizzo dell’energia elettrica, non sono un costo, ma un investimento”. Si tratta di un aspetto “che viene spesso trascurato e sottovalutato, per una Azienda che agisce grazie ad una concessione in linea con l’art. 43 della Costituzione”: concludono le segreterie nazionali Filctem, Flaei, Uiltec.
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