Il 30 marzo si è svolto, in video conferenza con il ministero dello Sviluppo Economico, un incontro tra le strutture nazionali e territoriali di Filctem, Femca e Uiltec, la RSU del gruppo Ideal Standard, i rappresentanti dell’azienda, le Istituzioni Locali, il ministro per i Rapporti con il Parlamento e Confindustria Ceramica.
“Nel corso degli interventi – scrivono i sindacati in una nota - abbiamo sottolineato l’assenza di una programmazione e di un piano industriale che dichiari e confermi la centralità e la strategicità del sito produttivo di Trichiana; abbiamo inoltre evidenziato la nostra preoccupazione a fronte dell’uscita di circa 110 addetti, diventati con l’esperienza acquisita persone esperte dei processi produttivi. La direzione aziendale ha risposto sostenendo che nel 2020, causa emergenza sanitaria, è aumentato il costo delle materie prime e si sono registrate forti oscillazioni del mercato, con punte di flessione e di crescita della domanda e una produzione che si è attestata a poco più di 500.000 pezzi, malgrado questo il livello di occupazione è stato mantenuto e sono stati confermati i 720.000 pezzi di produzione per l’anno 2021”.
“L’azienda ha evidenziato – prosegue la nota- che, a causa del rapporto conflittuale con le OO.SS./RSU e le azioni di lotta attualmente in atto, al momento sono presenti enormi difficoltà ad evadere gli ordini e a raggiungere i volumi produttivi richiesti in questo momento dal mercato. Anche il Ministero e le Istituzioni Locali hanno richiamato la dirigenza del Gruppo Ideal Standard a fornire risposte certe ed adeguate sul futuro dell’unità produttiva di Trichiana, almeno riguardo i prossimi 24 mesi. Abbiamo richiesto – insistono i sindacati - un confronto sindacale con l’azienda, dal quale possa scaturire un accordo tra le Parti che definisca i progetti industriali dei prossimi anni attraverso opportuni investimenti, il mix produttivo e lo sviluppo di nuovi prodotti e occupazione al fine di consolidare il sito produttivo di Trichiana. Indeal Standard ha dichiarato che attualmente il gruppo vive una situazione eccezionale per quanto riguarda la volatilità e l’imprevedibilità del mercato e che non può prevedere quale sarà la nuova normalità dopo la pandemia; gli risulta pertanto difficile fare previsioni per il futuro. La direzione azienda ha inoltre dichiarato che al momento si è limitata a valutare alcuni progetti per i futuri assetti industriali senza che sia stata assunta nessuna decisione elativa all’intenzione di chiudere il sito produttivo di Trichiana, così come nessuna decisione è stata assunta riguardo il futuro dello storico marchio Ceramica Dolomite”.
“Abbiamo ribadito la necessità di un confronto serrato per raggiungere un accordo sulle future prospettive del sito di Trichiana, per la condivisione di un piano industriale che metta al sicuro le produzioni e l’occupazione dello stabilimento Ideal Standard e soprattutto per ritrovare la fiducia e la stima reciproca tra le parti che al momento sono venute a mancare. È stato, infine, programmato un nuovo incontro tra le parti per il 15 aprile, all’indomani del quale verrà riconvocato il tavolo presso il MiSE”: ha concluso la nota delle segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl,Uiltec Uil.