“La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti”, citando la famosa battuta di John Lennon, il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli, nell’incipit della sua relazione congressuale, ha voluto riportare l’attenzione su come la Pandemia ha fatto irruzione nella vita del Paese. “Siamo tutti dei sopravvissuti – ha proseguito -, e se lo siamo, non possiamo non attribuire questo risultato, che ha salvato l’umanità, al valore della scienza e della comunità scientifica che lo ha consentito”.
Sui Vaccini, ha approfondito Falcinelli: “Si è scelto per motivi di emergenza di destinare risorse pubbliche per finanziare il rischio di impresa che le aziende private avrebbero corso accelerando i tempi della realizzazione del vaccino. È per tale motivo che oggi è altrettanto giusto chiedere a quelle aziende di eliminare ogni rigidità commerciale legata ai loro prodotti e distribuire i vaccini gratuitamente o a ‘prezzo politico’ a tutti quei Paesi soprattutto del Terzo Mondo. Il progresso scientifico o è a beneficio di tutti per rappresentare un passo avanti per l’umanità o rischia di essere un privilegio intollerabile per i ricchi del mondo a danno dei poveri”.
In Europa, “Manca una vera politica energetica che faccia uscire il continente dalle varie dipendenze che oggi lo caratterizzano. La sovranità energetica dell’Europa e non quella dei singoli Paesi membri è l’unica strada che può garantirci ancora un’Europa fatta di Welfare e di Pace. E sempre guardando all’Europa c’è un altro tema su cui possiamo affermare che la politica della Unione Europea si sta dimostrando fallimentare: ed è quello della regolazione dei flussi migratori. Su questo tema abbiamo registrato, da parte di alcuni Paesi Europei, posizioni razziste e xenofobe, che hanno visto innalzare barriere economiche, legislative e umane”.
Sul precariato “Oggi rischia di rappresentare la forma giuridica dello sfruttamento. Il precariato ha trasformato il significato stesso di ‘esercito di riserva’ che fino a qualche anno fa era riconosciuto solo nella figura del disoccupato. Oggi lo sfruttamento ha una duplice veste: quella giuridica e quella materiale. La condizione non è determinata solo dal fatto di avere o non avere un lavoro ma nel binomio si sono radicati i concetti di instabilità permanente e povertà del lavoro stesso”.
“L’autonomia differenziata – ha spiegato il segretario generale della Filctem Cgil - è un’idea che distrugge l’unità del Paese nei suoi diritti fondamentali e se mettiamo insieme questa ipotesi sciagurata con qualche ragionamento che abbiamo sentito da Confindustria recentemente sul tema del differente costo della vita tra le regioni del Nord rispetto a quelle del Sud dell’Italia, che ci riporta al tema delle differenziazioni salariali, ecco che si prospetta uno scenario entro il quale un attacco al valore e al ruolo dei contratti collettivi nazionali rischia di diventare realtà”.
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Sul tema della modulazione dei Rinnovi contrattuali, il Segretario ha spiegato che sulle “Regole previste dall’accordo interconfederale, denominato Patto della Fabbrica, è evidente che oggi il parametro preso a riferimento per il calcolo degli incrementi salariali, l’IPCA depurato dai costi dei prodotti energetici importati, non rappresenta più in modo esatto le dinamiche economiche nel rapporto tra salario e inflazione”.
Sull’azione sindacale Falcinelli ha ribadito, invece, che “Un mix di ‘cultura d’impresa’ ha favorito lo svilupparsi di un sistema di Relazioni Industriali di qualità, ma questo è accaduto perché siamo stati capaci noi di interpretare quella ‘cultura di impresa’, dandogli un valore complessivo, coinvolgendo le lavoratrici e i lavoratori al centro della nostra azione. Tre parole - ha indicato il leader sindacale - hanno costituito l’asse portante della nostra azione: partecipazione, contrattazione e, laddove necessario, mobilitazione e conflitto come mezzo per arrivare a dei risultati e non come fine”.
“I contratti nazionali di lavoro – ha continuato - devono essere rinnovati nel rispetto dei tempi di vigenza e devono avere su alcuni aspetti peculiari, penso al salario e alla sua validità erga omnes. Va risolto definitivamente il tema della rappresentanza di chi firma i contratti: la fase sperimentale di certificazione va avanti con troppa lentezza e soprattutto, al contrario di quanto era previsto nel Patto per la Fabbrica, non c’è traccia di un analogo percorso da parte del Sistema delle Imprese. Chi firma i cosiddetti contratti pirata, generatori dello sciagurato fenomeno del dumping contrattuale sia sul salario che sui diritti, non è da individuare solo nella parte di soggetti sindacali non rappresentativi ma anche da cercare nella disponibilità delle imprese a trovare soluzioni per abbassare i costi ledendo i diritti dei lavoratori con conseguenze drammatiche sul piano dell’aumento della precarietà e spesso tragiche sul versante degli infortuni e delle morti sul lavoro”.
Sul Salario Minimo “Non possiamo non vedere che nel nostro Paese ci sono 3-4 milioni di lavoratori ‘poveri’, lavoratori cioè che pur lavorando percepiscono retribuzioni che non consentono una vita dignitosa. Sono questi, nella stragrande maggioranza dei casi, i lavoratori a cui vengono applicati i contratti pirata. Una legge sulla rappresentanza e la definizione del valore erga omnes del trattamento economico complessivo stabilito nei contratti nazionali firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sarebbe la soluzione al problema e darebbe un colpo ferale alle pratiche criminali del dumping”.
Sui Problemi occupazionali “Occorre agire tempestivamente redistribuendo il lavoro che c’è. Il tema dell’orario di lavoro e della sua riduzione generalizzata è importante ma solo un aspetto parziale della discussione. Occorre immaginare come poter ridurre ‘il tempo di lavoro delle persone’ anche a fronte di cicli produttivi attivi sette giorni su sette: la discussione che in qualche settore si è aperta sulla possibilità di lavorare 4 giorni a settimana è una soluzione percorribile. Aumenterebbe l’occupazione e migliorerebbe le condizioni di vita delle persone e questo dovrebbe avvenire sia nel lavoro privato che in quello pubblico, garantendo una maggiore fruibilità dei servizi. Inoltre, il soggetto pubblico dovrà mettere a disposizione ingenti risorse non solo in termini di ammortizzatori sociali per proteggere il reddito dei lavoratori in difficoltà, ma agire sul versante delle politiche attive del lavoro. In tal senso, va ribadito il diritto soggettivo alla formazione permanente e allo sviluppo del proprio capitale di competenze che è stato sempre un tema fondamentale, ma che in questa fase di profondo cambiamento diventa imprescindibile per le aziende e i lavoratori che vogliono rimanere competitivi nel mercato del lavoro”.
Sulla Partecipazione sindacale per Falcinelli “Serve aprire ad una pratica che faccia seguire all’informazione una fase di confronto e di negoziazione sulle strategie complessive dell’impresa. I lavoratori e le loro rappresentanze devono poter contare di più nel momento in cui le imprese scelgono i loro piani industriali e orientano le loro strategie per competere nei mercati. Io credo che sia arrivato il momento in cui le Parti Sociali e il Legislatore Nazionale stipulino un accordo per la piena attuazione dell’ART.46 della nostra bellissima Costituzione: ‘ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi alla gestione delle aziende’. Per essere chiari e non generare equivoci voglio dire con nettezza che non stiamo rivendicando la partecipazione nei consigli di amministrazione delle imprese, ma un sistema di codeterminazione e cogestione che deve in modo imprescindibile favorire processi di innovazione nelle Relazioni Industriali e di un avanzamento nell’applicazione di sani principi di democrazia economica”.
“La crisi energetica generata dalla guerra RUSSIA-UCRAINA – ha poi incalzato Falcinelli -, ha posto in evidenza la necessità di azioni comuni sulla sostenibilità ambientale che consentano di cogliere l’obiettivo di mantenere la temperatura del pianeta, con un aumento massimo di 1,5 ° rispetto all’epoca preindustriale. Gli scienziati da una parte e le Istituzioni dall’altra hanno evidenziato come il fattore tempo sia un aspetto cruciale di questo percorso e spingano per accelerare ogni sforzo per mettere in campo azioni concrete e misurabili per fermare il processo di degrado ambientale. Di volta in volta, almeno negli ultimi 30 anni, in diversi momenti sono stati presi provvedimenti e fatti investimenti per raggiungere questo obiettivo, ma nel mondo su questa necessità ci sono opinioni diverse”.
Riguardo, invece, alla presenza dello Stato nel tessuto economico, il segretario generale della Filctem ha spiegato che “Occorre coniugare gli investimenti pubblici e privati, dove il ruolo del pubblico torni ad essere protagonista, sia chiaro, non sostituendosi alle imprese ma con una azione di indirizzo e di orientamento delle scelte strategiche, soprattutto se parliamo delle imprese partecipate”.
Infine, “due temi sono imprescindibili: riguardano la questione dei rapporti unitari nel movimento sindacale e il rapporto tra il sindacato e la politica”. Sui primi, Falcinelli ha proposto ai segretari generali di Femca e Flei Cisl, e di Uiltec Uil presenti al congresso “Un Osservatorio unitario della nostra categoria, un luogo di elaborazione unitaria sulla nostra azione che ci aiuti ad affrontare le emergenze contingenti, ma che ci dia anche la possibilità di costruire una visione unitaria per il futuro”. Sul secondo punto, per Falcinelli: “Non può esserci una forte rappresentanza sociale senza una forte rappresentanza politica e non può esistere una forte rappresentanza politica senza un forte radicamento nella rappresentanza sociale. L’autonomia della CGIL non può essere né indipendenza né neutralità: certo che giudichiamo i Governi, tutti i Governi in base al merito delle scelte che compiono, ma non tutti i governi possono essere uguali per noi. Dobbiamo far riscoprire ‘alla nostra gente’ il valore dell’identità e della militanza affinché se ne ricordino quando con la nostra tessera in tasca si recano alle urne per votare. Il Congresso della Cgil deve tornare ad essere il luogo e il momento politico a cui guarda con interesse il Paese, per la qualità della sua elaborazione politica a servizio degli interessi generali del Paese e dei lavoratori”: ha concluso il segretario generale della Filctem Cgil.
Torino, 15 febbraio 2023.