Nelle prime ore del 18 settembre scordo si è svolta una partecipatissima assemblea generale dei lavoratori e delle lavoratrici della Basell di Brindisi, indetta dai sindacati di categoria e dalla RSU per preparare l’importante incontro che si svolgerà a Bari in Regione mercoledì 20 settembre e per decidere ulteriori iniziative di mobilitazione e di lotta attendendo la convocazione del tavolo ministeriale richiesto dal sindacato nazionale.

“Una vertenza – spiegano i sindacati territoriali in una nota congiunta - che si prefigura lunga e difficile tra molte contraddizioni, nei giorni scorsi infatti l’azienda ha informato l’RSU dell’inizio delle operazioni di avviamento dell’impianto P9T Multizone, per il quale la stessa azienda ha decretato la definitiva dismissione nel mese di dicembre 2023. Riprenderebbero le attività per effettuare stoccaggio e onorare i contratti con i clienti, azione che sconfessa le ragioni principali della chiusura dello stesso impianto e i conseguenti 47 licenziamenti collettivi annunciati”.

“Dopo aver incontrato sua eccellenza il Prefetto di Brindisi – continuano le Segreterie di Filctem, Femca, Uiltec di Brindisi e la RSU -, il Presidente della Provincia, il Sindaco di Brindisi e alcuni parlamentari, e alla viglia dell’incontro in Regione ribadiscono che non ci sono i termini per la chiusura, ciò provocherebbe forti ripercussioni non solo sugli impianti della Basell, ma anche sull’intero Petrolchimico di Brindisi e sulla chimica di base italiana. Oggi, infatti, i 2 impianti Basell a Brindisi sono fermi, anche, per problemi tecnici e già registriamo contrazioni sulle produzioni degli altri impianti nel petrolchimico”. 

Le immagini dell'assemblea

Assemblea lavoratori Basell

La manifestazione a Bari di mercoledì 20 settembre

Su proposta dei segretari presenti e della RSU, l’assemblea generale dei Lavoratori ha deciso di organizzare un presidio in occasione dell’incontro previsto per il pomeriggio di mercoledì 20 presso la Regione Puglia, dove sarà ribadita all’azienda la richiesta di una revoca sulla dismissione dell’impianto. Sarebbe auspicabile che fino a quella data l’azienda non assuma iniziative unilaterali sulla ‘marcia’ degli impianti, anche, perché è ormai evidente un pericoloso stato emotivo che ormai vivono i lavoratori ai quali bisogno dare certezze.

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