Con una lettera inviata stamane al ministro Urso, i Sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil hanno chiesto una convocazione urgente al MIMIT per affrontare la crisi della vertenza Fos (Prysmian) di Battipaglia ed aprire un tavolo di confronto per affrontare la situazione in essere e le prospettive del mercato della fibra ottica nel nostro Paese che coinvolgono in primis proprio il sito produttivo di Battipaglia del gruppo Prysmian.
“L’attuale contesto tecnico dei bandi per la digitalizzazione - spiegano nella missiva al Ministero - non consentono a Prysmian di essere competitiva lasciando campo libero alla fibra ottica proveniente da Cina e India che così monopolizzano il mercato e rendono impossibile vendere in Italia la fibra prodotta nel sito campano. Questo contesto ha provocato il ricorso alla cassa integrazione a zero ore che ha di fatto aperto la vertenza Prysmian sul territorio salernitano con le conseguenti manifestazioni e il presidio ai cancelli dell’azienda previsto per il prossimo 31 ottobre”.
Infatti, “La tensione sociale – prosegue la lettera - è molto alta e rischia di complicarsi ulteriormente per la ventilata volontà della stessa Prysmian di procedere con la vendita dello stabilimento ad un’altra azienda multinazionale che segnerà la fine della produzione di fibra ottica da azienda italiana, ponendo forti interrogativi sulla continuità produttiva del sito, pregiudicando il futuro occupazionale di più di 300 lavoratori a cui si aggiunge l’indotto, contesto sul quale abbiamo già attenzionato la Prefettura e tutte le istituzioni locali e regionali”. A questo si deve aggiungere l’importanza strategica di una produzione nazionale di tecnologia di trasmissioni di dati, con la necessità di preservare l’indipendenza nazionale da stati esteri per l’approvvigionamento di questi materiali.
“Questa situazione – si legge ancora - è assolutamente inaccettabile, serve al più presto la convocazione di un tavolo che affronti il tema delle specifiche tecniche della fibra da impiegare nei bandi per la digitalizzazione dove il Governo ha precise responsabilità che non può eludere. Anche perché – fanno notare Filctem, Femca, Uiltec - i principali provider incaricati dello svolgimento dei lavori di posa della fibra sono società di indirizzo Governativo come Open Fiber di cui Cassa Depositi e Prestiti detiene più del 60 % del capitale sociale. Per questi motivi in mancanza di risposte concrete saremo costretti ad alzare il livello mediatico portando la vertenza a Roma e indirizzando le nostre proteste direttamente al Governo”: concludono i Sindacati.
Lettera inviata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy
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