Il 27 gennaio scorso a Roma, presso il MiSE, si è svolto l'incontro per l'Enel di La Spezia. Presenti le rappresentanze sindacali territoriali e nazionali di categoria e confederali, di Enel e Terna e del Ministero.
I rappresentanti del Ministero hanno, nel loro intervento,confermato il piano energetico nazionale, precedentemente illustrato, necessario per la produzione energetica e la competitività del Paese. E la stessa Terna ha ribadito che la dismissione della centrale a carbone è subordinata alla garanzia della sicurezza energetica per il Paese che, in questa fase tecnologica, non può prescindere dall'utilizzo del gas. Quindi il 2021 è una data solo ipotetica per l'uscita dal carbone per la centrale di La Spezia, come del resto il 2025 come data nazionale, se non si mettono in campo procedure necessarie.
I Sindacati hanno ribadito, intervenendo al tavolo, la necessità di una riconversione dell'area che acceleri l'uscita del carbone e che, allo stesso tempo, sia opportunità di investimenti e sviluppo sostenibile per il territorio, con ricadute occupazionali per coniugare sviluppo del territorio e tutela dell'ambiente e della salute. E' stato dunque chiesto a Enel di farsi soggetto attivo per attrarre investimenti nell'area.
"Serve un progetto di prospettiva - dichiarano i sindacati di categoria Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil in una nota - che contempli investimenti in settori strategici, nelle rinnovabili e nelle nuove tecnologie".
"Abbiamo chiesto al Governo - concludono i sindacati - di convocare un tavolo che inserisca la vicenda Spezzina nelle strategie energetiche nazionali, auspichiamo che futuri incontri sia presente anche Confindustria".
Comunicato delle segreterie Filctem, Flaei, Uiltec di La Spezia Le foto