Dopo l’ennesima fumata nera da parte del board di Jindal che ha, ancora una volta, rigettato le mediazioni elaborate con il liquidatore della Treofan di Terni. Un punto di mediazione sofferto che avrebbe agevolato il processo di reindustrializzazione del sito produttivo.
“Un punto di mediazione equilibrato – scrivono le segreterie nazionali e territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, con le RSU in un comunicato - reso vano dall'arroganza del management della multinazionale indiana, il cui l'unico obbiettivo sembrerebbe essere quello di distruggere definitivamente lo stabilimento di Terni, trascinando in una complessiva agonia l'intero polo chimico e la comunità ternana. I lavoratori e le organizzazioni sindacali – prosegue il comunicato - hanno da sempre ricercato un accordo che prevedesse la continuità produttiva. Ieri sera Jindal, rigettando l'accordo, ha decretato l’indisponibilità a trovare una soluzione pacifica alla vertenza, motivo per cui ora, si prepara la durissima battaglia legale che porterà la multinazionale di fronte ai giudici italiani e saranno chiamati a rispondere. Nel frattempo, la fabbrica torna nelle mani dei lavoratori che da oggi occupano lo stabilimento impedendo che un solo macchinario ed un solo grammo di prodotto sia portato fuori”: conclude la nota sindacale.