Con un Position Paper approvato dall’ultimo Comitato Esecutivo, IndustriAll Europe entra nel merito del dibattito sulla Governance Economica dell’Unione Europea e avanza precise richieste agli organismi comunitari e ai governi degli Stati membri.
L’organismo dirigente del sindacato europeo dell’industria sottolinea come il conseguimento di una ripresa equa e inclusiva nel passaggio ad una economia verde e digitale, dipenda dalle misure economiche che saranno adottate dopo la fine dei provvedimenti decisi per salvaguardare l’economia dagli effetti della pandemia da Covid-19.
IAE ritiene che per ottenere una transizione verde e digitale efficace, ma anche equa e giusta, sia necessaria una riforma profonda e progressiva dei meccanismi di governance economica della UE.
Le scelte adottate durante la pandemia, sostegno alle economie degli stati membri con erogazioni a fondo perduto e prestiti attraverso debito comune, stiano producendo, pur con diversi limiti, risultati positivi – anche se ancora insufficienti - molto diversi dai risultati ottenuti dalle scelte di austerità adottate durante la crisi finanziaria ed economica del 2008-2009 che hanno strozzato l’economia e messo in ginocchio diversi Paesi.
IAE ritiene però che le scelte attuali non siano ancora sufficienti: mancano fondi adeguati di sostegno alla transizione e al pilastro sociale, come mancano norme adeguate di coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte che dovranno essere assunte e che manchino meccanismi adeguati di anticipazione dei cambiamenti, per contrastare una crescita esponenziale delle disuguaglianze e per essere all’altezza delle sfide che le transizioni pongono a tutti noi.
Ma un timore particolare è che le misure di austerità uscite dalla porta rientrino dalla finestra, sia attraverso le condizionalità richieste ai diversi Stati membri per accedere ai fondi del NGEU, sia attraverso le raccomandazioni del semestre europeo specifiche per paese, sia attraverso un ritorno dal 2023 alle misure di governance economica in vigore prima della pandemia e attualmente soltanto sospese.
Per queste ragioni, IAE in questo PP mette in guardia da una uscita troppo veloce dalle misure di sostegno che hanno consentito all’economia europea di continuare a funzionare e chiede una riforma progressiva del sistema di governance dell’UE.
Il documento si conclude con le seguenti richieste nei confronti dei responsabili politici e dei datori di lavoro:
RICHIESTE NEI CONFRONTI DEI RESPONSABILI POLITICI
- Mantenere le misure di emergenza che hanno tenuto l'economia in funzione dall'inizio della pandemia, per tutto il tempo necessario, fino a quando non si raggiunge la ripresa.
- Riformare le regole di bilancio al fine di riflettere la realtà attuale e consentire agli Stati membri di affrontare le sfide delle due trasformazioni (le attuali regole di bilancio sono state progettate negli anni 1990, a seguito delle esperienze inflazionistiche degli anni '70 e '80).
- Riequilibrare la governance economica europea non concentrandosi soltanto sui disavanzi pubblici e sulla competitività di costo, ma integrando la dimensione sociale (Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite), rendendo l'Unione monetaria europea più resiliente contro futuri shock economici; affrontando gli squilibri delle partite correnti in tutto il loro contesto; un aumento della domanda interna nei paesi con un surplus; integrando gli obiettivi della piena occupazione e dello sviluppo sostenibile nel mandato della BCE.
- Garantire che i mercati finanziari svolgano appieno il loro ruolo nel sostenere gli investimenti a lungo termine nell'economia reale e nel finanziare la transizione verso la sostenibilità. Ciò richiederà azioni volte a promuovere gli investimenti sostenibili, la creazione di una vera e propria Unione Europea dei mercati dei capitali e un ruolo più forte delle banche pubbliche di investimento.
- Porre fine alla soppressione degli obiettivi sociali nell'ambito di norme fiscali europee restrittive che impediscono l'espansione degli investimenti sociali e legittimano la riduzione delle norme sul lavoro e la moderazione salariale, nonché le restrizioni ai sistemi pensionistici e di sicurezza sociale. Invece di un orientamento basato sulla concorrenza, è necessario perseguire una politica sociale ed economica europea attiva, basata sul rafforzamento della domanda interna attraverso l'andamento dei salari in linea con gli aumenti di produttività e la compensazione del tasso di inflazione.
- Promuovere la domanda interna (aumentando i salari in linea con gli aumenti di produttività e compensando il tasso di inflazione, riducendo le disuguaglianze di reddito e la povertà (lavorativa), aumentando la sicurezza in tutto, invertendo la deregolamentazione dei mercati del lavoro e migliorando la protezione sociale.
- Riequilibrare l'attenzione delle riforme strutturali allontanandosi dalla deregolamentazione dei mercati del lavoro, promuovendo aree di rilevanza sociale, come le competenze, i sistemi di contrattazione collettiva, i contratti di lavoro sicuri, creando un clima di investimento positivo e prevedibile per le imprese, e attraverso una buona governance pubblica e istituzioni pubbliche efficaci.
- Intensificare la lotta per una tassazione equa. Tutte le scappatoie fiscali e i paradisi fiscali devono essere eliminati. Gli accordi fiscali speciali all'interno dell'UE devono cessare. L'imposta europea sulle transazioni finanziarie deve essere introdotta senza ulteriori ritardi. La base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società deve essere attuata insieme a un'aliquota minima europea per l'imposta sulle società. Infine, è necessario sviluppare modelli equi di tassazione per l'economia digitale.
- Sviluppare un sistema fiscale più equo nell'UE, attraverso un'imposta minima sulle società, che garantisca che le imprese paghino le imposte sugli utili nei paesi in cui i lavoratori hanno contribuito a produrli.
- Rafforzare le economie stimolando gli investimenti pubblici e privati, creando posti di lavoro di buona qualità, sostenendo l'innovazione e rafforzando l'istruzione e la formazione.
- Mettere in atto politiche che favoriscano la coesione sociale e il progresso sostenendo mercati del lavoro inclusivi, parità di trattamento tra i lavoratori e creazione di posti di lavoro di qualità.
- Attuare il Piano d'Azione del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali al fine di sviluppare una vera economia sociale europea basata sul dialogo sociale e sulla contrattazione collettiva a tutti i livelli pertinenti.
- Ridurre al minimo gli effetti sociali negativi per i lavoratori colpiti dalle trasformazioni verde e digitale rendendo la dimensione sociale della transizione giusta una realtà.
- Istituire un quadro giuridico europeo sull'anticipazione del cambiamento per realizzare la transizione giusta promessa. Ciò dovrebbe stabilire condizioni di parità a livello europeo stabilendo norme minime dell'UE che promuovano un approccio proattivo e socialmente responsabile all'anticipazione e alla gestione del cambiamento.
- Costruire, ricostruire e rafforzare il dialogo sociale e le strutture di contrattazione collettiva in tutta Europa al fine di garantire il coinvolgimento dei lavoratori e delle parti sociali nella ripresa e nelle transizioni.
- Rafforzare e riconoscere le organizzazioni sindacali e i loro rappresentanti eletti nelle loro prerogative, nelle loro competenze e nel loro ruolo inevitabile di attori del dialogo sociale.
RICHIESTE NEI CONFRONTI DEI DATORI DI LAVORO
- Prevenire la discriminazione salariale e il dumping sociale.
- Assumersi la propria responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e del tessuto locale delle regioni promuovendo e garantendo il miglioramento delle condizioni di lavoro e offrendo retribuzioni elevate nei confronti delle organizzazioni sindacali e dei loro rappresentanti in tutte le loro attività e lungo la catena del valore, e incanalare adeguatamente le proprie risorse per intensificare gli investimenti in attività ad alto valore aggiunto e nello sviluppo delle competenze dei lavoratori.
- Sostenere e impegnarsi attivamente nel dialogo sociale e nella contrattazione collettiva a tutti i livelli. In particolare, la contrattazione settoriale multi-datoriale di lavoro deve essere perseguita in via prioritaria in quanto è il modo migliore per garantire condizioni eque e stabili sia per le imprese che per i lavoratori.