Di seguito – si legge in una nota sindacale a firma del responsabile dell'internazionale, Lillo Oceano - il documento (nella traduzione a cura della Filctem Cgil) con il quale IndustriAll Europe analizza come la pandemia, a livello europeo, abbia fortemente accelerato la trasformazione digitale degli ambienti di lavoro per via del ricorso diffuso al telelavoro (nella sua accezione più ampia). Ricorso diffuso dovuto alla necessità di consentire la continuazione delle attività garantendo la sicurezza sanitaria attraverso il distanziamento sociale. Questa accelerazione ha fatto registrare un generale apprezzamento del telelavoro da parte dei lavoratori, ma anche un capovolgimento nella valutazione dello strumento da parte dei datori di lavoro, che sono passati da una diffusa ostilità ad un evidente apprezzamento dei risultati che questo ha consentito in termini di aumento della produttività e riduzione dei costi.
Nel documento – prosegue la nota -, IndustriAll Europe individua opportunità, ma anche rischi e limiti del telelavoro, ne prevede una significativa diffusione anche dopo la fine della pandemia ed individua le misure necessarie per evitare che il telelavoro diventi dannoso per i lavoratori, definendo come irrinunciabili la volontarietà, la conciliabilità con il lavoro in ufficio, l'applicazione di medesimi diritti e retribuzione, opportunità di formazione e carriera sia telelavorando che lavorando in ufficio, fornitura delle attrezzature da parte del datore di lavoro, indennità per i consumi delle utenze, erogazione dei buoni pasto anche in telelavoro, diritto alla disconnessione, diritto alla privacy, assenza di controlli non necessari o vessatori, diritto ad accedere all'ufficio, stessi diritti sindacali e, soprattutto, contrattazione collettiva per regolamentare tutta la materia.
Il documento – termina la comunicazione sindacale - si conclude con le richieste del sindacato europeo per l'applicazione del telelavoro in tutta Europa. Riteniamo che il documento possa costituire un'utile base per costruire e/o implementare le piattaforme rivendicative nazionali e aziendali e, a livello di CAE, nelle consultazioni sui processi di digitalizzazione del lavoro nelle multinazionali.