Si svolto questa mattina il coordinamento sulle politiche di genere della Filctem Cgil. Il confronto si è reso necessario in vista della stagione congressuale ormai all’orizzonte. In questo delicato momento si è ritenuto indispensabile avere un momento di riflessione comune. In questo contesto, reso complesso anche dai recenti accadimenti politici, la Filctem Cgil nazionale ha voluto offrire alcuni contributi in vista della prossima assise congressuale.
Il coordinamento ha sintetizzato il lavoro svolto a partire dall’ultimo Congresso, investendo in formazione per meglio strutturare le competenze delle compagne. Sono state messe in formazione sui temi della contrattazione più di 70 compagne in un percorso di tre moduli che ha consentito di far partecipare anche le delegate provenienti da realtà territoriali più decentrate. Allo stesso tempo si è promossa la spinta all’autodeterminazione e alla valorizzazione di sé e del proprio ruolo attivo. Per questo è stata realizzata una raccolta di videotestimonianze delle delegate che è diventata anche una vera campagna mediatica dal titolo “Si scrive lavoro, si legge identità”. Le storie sono state diffuse attraverso il sito e i social della Filctem Cgil nazionale e attraverso la rete di Collettiva.
Sono state incrementate le attività di ricerca. Commissionando, già nel giugno 2020 al Centro studi e ricerche di riferimento Ares 2.0, uno studio sulle conseguenze dello smart working sulla vita delle donne lavoratrici. Studio che è stato presentato in sessioni nazionali e territoriali. È stata stimolata e fatta crescere la discussione e l’elaborazione all’interno del coordinamento stesso. Sono stati, infatti, diversi i momenti di confronto tra le compagne che hanno prodotto lavori di sintesi. Documenti di carattere più generale, come il contributo di categoria sul posizionamento delle delegate rispetto alla crisi economica post pandemica, fino ai documenti di sintesi per la conferenza di organizzazione.
La Filctem Cgil ha sostenuto attivamente anche il lavoro “povero” delle donne. Anche attraverso il finanziamento di attività solidali come quella della “sartoria solidale Kore”, promossa a Roma da Intersos. Scegliendo di sostenere il lavoro delle donne immigrate, spesso vittime di violenze nel loro paese di provenienza, e provando a dare coerenza allo slogan che vede nel lavoro delle donne: l’unica vera forma di libertà e dignità. Questo è stato realizzato attraverso acquisti solidali anche in vista del prossimo Congresso.