È l’iniziativa svoltasi oggi a Roma, con al centro la presa di posizione dei sindacati e della politica italiana sul delicato tema dello sfruttamento della manodopera in Birmania, anche nei settori tessili. Un paese, il cui controllo militare dittatoriale non lascia spazzi alla democrazia ai diritti umani e del lavoro.
All’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri: Khaing Zar Aung, presidente federazione lavoratori industria Birmania IWFM e Pier Ferdinando Casini, Senatore, Presidente Interparlamentare Italiana. Qui il programma.
“Siamo solidali con la situazione che si è venuta a creare in Myanmar. Con la leader eletta Aung San Suu Kyi imprigionata dalla dittatura militare, ad oggi, sono più di 30 i sindacalisti assassinati e molti di più incarcerati. Ci hanno chiesto di intervenire per ritirare il lavoro che viene commissionato in Myanmar dalle aziende tessili italiane”: ha spiegato Sonia Paoloni, segretaria nazionale della Filctem Cgil, presente all’iniziativa.
“Abbiamo sollecitato, dunque, l’unica nostra controparte che commette lavoro anche in Birmania, la Benetton, che subito si è dimostrata pronta ed ha immediatamente rescisso tutti i contratti di fornitura in quel paese, così come richiesto dal sindacato tessile birmano”. Ha chiarito Paoloni.