“Risposte concrete contro l’erosione del potered’acquisto dei salari, per oltre 17mila persone in 1.200 imprese. Questo lo spirito contenuto nell’ipotesi di piattaforma per il rinnovo del Ccnl della Concia 2023-2026 che, oltre a 230 euro di aumento economico complessivo (TEC), si prefigge l’obiettivo di migliorarei capitoli dei diritti individuali e di salute e sicurezza, con l’introduzione dei cosiddetti accomodamenti ragionevoli.
Sul piano del Welfare si punta a una migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro, alla tutela della malattia, al perfezionamento dell’istituto delpart time e all’aumento dei versamenti ai fondi sanitario e previdenziale”. Così Filctem Cgil, Femca Cisl e UiltecUil, al termine della presentazione delle proposte di modifica al Ccnl, in scadenza il prossimo 30 giugno.
Il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa Sanimoda, al quale sono iscritti i dipendenti che hanno il Ccnl SettoreConciario, vedrebbe il passaggio dagli attuali 12 ai 15 euro mensili e l’inserimento di uno stanziamento per la non autosufficienza di 2 euro per dipendente, come copertura dei cosiddetti Long Therm Care (LTC). Tutto a carico delle aziende. Rispetto al Fondo previdenziale Previmoda, invece, nella piattaforma sono presenti incrementi che passano dal 2 al 2,5%.
Le Segreterie Nazionali hanno inoltre richiesto un aumento dell’Elemento di garanzia retributiva, ovvero la quota annuale erogata ai lavoratori dalle aziende che non praticano la contrattazione di II livello.
“Il sistema della Concia italiana - ricordano i sindacati di categoria - trasforma quasi esclusivamente pelli di origine bovina e ovicaprina, destinate ai settori moda, calzatura, pelletteria, abbigliamento, arredamento e automotive. Un prodotto manifatturiero che rappresenta circa il 63% del fatturato europeo del comparto e il 23% a livello mondiale. Vi sono aziende nel nostro Paese con ricavi per oltre 4 miliardi di euro”.
“Il periodo di vigenza contrattuale 2019/2022 è stato segnato da grandi sconvolgimenti, dalla pandemia Covid-19 alla guerra in Ucraina, fino agli aumenti delle materie prime e dei costi energetici – concludono - tuttavia, tutto il sistema conciario italiano è riuscito a tenere, aumentare i propri valori economici produttivi e anche l’occupazione. È giunto il momento di considerare il valore aggiunto del lavoro delle persone che lo costituiscono”.