A distanza di circa due anni dalla procedura di mobilità, avviata dalla Pfizer nel 2022,  che ha interessato 130 lavoratori del Sito di Catania, le preoccupazioni per il futuro dello stabilimento crescono sempre di più e lasciano presagire a nuovi sviluppi negativi.

Uno degli obiettivi e delle sfide principali delle aziende è quello di migliorare costantemente i propri risultati. Negli ultimi anni, complici tutti i cambiamenti avvenuti e ancora in essere, le aziende si sono trovate al centro di nuovi scenari. In questi contesti, la chiave di volta per attuare strategie di successo risiede nella capacità di migliorare la propria competitività aziendale soprattutto puntando su investimenti in impianti ed equipment, cosa che, purtroppo, nel Sito di Catania non avviene ormai da decenni.

La multinazionale americana ha dimostrato infatti di voler puntare su altri poli del network presso i quali non solo ha investito ingenti somme ma ha anche dislocato la produzione di diversi farmaci di punta.

La RSU e le OO.SS da tempo manifestano le loro preoccupazioni in merito, soprattutto alla luce di quanto dichiarato dai vertici aziendali della compagnia alcuni mesi fa relativamente al lancio di un programma pluriennale di riallineamento dei costi a livello aziendale che si concentrerà su “efficienze operative, modifiche alla struttura della rete e miglioramenti del portafoglio prodotti”., programma che naturalmente si traduce in ulteriori tagli di personale.

Il Sito di Catania, nel corso degli anni, è stato lentamente depotenziato ed è passato dall’essere una pietra miliare nell’ambito farmaceutico per il territorio catanese e non solo, a un sito che produce ormai farmaci non più all’avanguardia, alcuni dei quali con brevetto scaduto e in scadenza.

La Pfizer non è una multinazionale in “sofferenza” economica, lo dimostrano le svariate pubblicazioni sulle testate giornalistiche nonchè le comunicazioni ai lavoratori da parte del ceo della compagnia, tuttavia, continua a mettere in atto politiche di “sfoltimento” che mirano a tagliare posti di lavoro.

Nonostante vi siano stati degli incontri tra RSU, organizzazioni sindacali e vertici aziendali, ancora nulla è emerso rispetto a quanto e soprattutto come Pfizer voglia intervenire nel sito catanese, ciò determina senso di frustrazione ed incertezza tra i lavoratori e, per tale ragione, è stato indetto lo stato di agitazione al quale seguiranno anche ulteriori azioni.

Come se non bastassero già le preoccupazioni per il futuro dei lavoratori, per questi ultimi si prospetta una ulteriore difficoltà…

Soprattutto alla luce di tali incertezze, sarebbe auspicabile un atteggiamento di maggiore apertura da parte della Direzione Aziendale che, invece, sembra voler “punire” la RSU ed i lavoratori  stessi per aver indetto lo stato di agitazione di cui sopra negando convocazioni atte alla stipula di accordi in pendenza da anni, con un atteggiamento di totale chiusura che la RSU ha più volte denunciato ma che purtroppo continua a reiterarsi nel tempo (fonte Filctem Cgil Catania).

"Nonostante i profitti dí Pfizer siano andati oltre le previsioni, la multinazionale continua a mettere in atto processi che mirano solo al ridimensionamento del personale ed alla terziarizzazione dei servizi. Arrecando nel territorio Catanese un importante impatto occupazionale" così ha commentato Jerry Magno, segretario generale della Filctem di Catania.


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