Filctem Cgil Flaei Cisl Uiltec Uil hanno inviato un’altra richiesta, dopo quella dello scorso luglio, al prefetto di Messina , alle amministrazioni comunali di San Filippo del Mela e Milazzo, ed alla città metropolitana di Messina per fare fronte comune e chiedere l’attivazione di un confronto con A2A Energiefuture, per salvare la centrale termoelettrica la cui produzione è ormai avviata alla conclusione per la naturale fuoriuscita dagli idrocarburi.
“I progetti di riconversione ambientale – spiegano i tre sindacati in una nota congiunta -, tanto decantati dall’azienda in questi anni, sono caduti ad uno ad uno, e sono rimaste in campo solo un paio di ipotesi, senza alcuna garanzia di fattibilità, che portano all’abbandono dal settore della produzione energetica ed alla scomparsa dei posti di lavoro. L’unico impegno assunto finora dall’azienda è stato quello di presentare, al tavolo nazionale con i sindacati fissato per la fine del prossimo mese, i risultati di un studio su possibili soluzioni. Ma riconvertire un sito produttivo è compito che richiede chiarezza, tempi lunghi e risorse. Ed è logico quindi che in queste condizioni l’approssimarsi della fine del ciclo della produzione crei legittimi timori tra i lavoratori e porti alla protesta. La centrale termoelettrica insieme a raffineria ed acciaieria è uno dei pochi pilastri su cui ancora oggi regge l’ossatura industriale della provincia di Messina, e quindi l’economia e l’occupazione di tutta l’area di Milazzo – chiariscono -. Non si tratta quindi di una semplice vertenza e, per le ricadute essa inevitabilmente avrà, occorre che tutto il territorio attraverso i propri rappresentanti concorra per pretendere un concreto e fattivo piano di riconversione da A2A Energiefuture. Oltre la scontata protesta è quindi indispensabile governare questa delicatissima fase per tutelare il lavoro”: concludono.
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