Il 15 marzo scorso i sindacati territoriali del settore chimico hanno scritto all’amministratore delegato di “Pfizer” Italia dott.ssa Päivi Kerkola
Testo della lettera
Con la presente, a nome dei lavoratori dello stabilimento “Pfizer” di Catania, desideriamo esprimerLe enorme preoccupazione per quanto sta accadendo in relazione alla procedura che è stata attivata dall’azienda per il licenziamento di 130 lavoratori, dopo la mancata conferma di 80 lavoratori con contratto interinale.
Ci rivolgiamo alla S. V. perché non riponiamo alcuna più fiducia nel management locale di “Wyeth lederle”, a maggior ragione dopo l’ultimo incontro avvenuto in Confindustria Catania al termine del quale ci siamo rifiutati di firmare un verbale in cui l’azienda entrava nel merito dei licenziamenti, che queste sigle invece avevano chiesto ancora una volta di revocare.
Sin dall’avvio della procedura, infatti, alla società abbiamo manifestato la volontà di non voler accompagnare la procedura attivata, in assenza di un preciso piano industriale e di un piano degli investimenti per il sito produttivo di Catania.
Pur volendo venire incontro alle esigenze di riorganizzazione della produzione, oltre ai documenti richiesti sulle prospettive dello stabilimento, nel ribadire la richiesta di revoca della procedura avviata, abbiamo paventato altresì al management la possibilità di volerci confrontare sulla base dell’intero personale in forza al fine di individuare le migliori soluzioni per alleggerire il carico (esodi incentivati, assunzioni in altro sito, prepensionamenti ed altro…).
Abbiamo trovato davanti a noi un muro, da parte dei rappresentanti locali dell’azienda, che si è materializzato anche di fronte al Prefetto di Catania ed agli interventi dell’Assessore regionale del Lavoro (al tavolo di crisi del 18 febbraio), nonché del Presidente della Regione siciliana e dell’Arcivescovo di Catania (intervenuti allo sciopero dei lavoratori che ha registrato massima adesione).
Temiamo che anche il tavolo di crisi che la Regione siciliana ha convocato per 18 Marzo, in assenza di un diverso atteggiamento da parte di “Wyeth lederle”, possa non condurre ad una risoluzione ragionevole della paradossale vicenda.
E’ infatti inconcepibile, oltre che incomprensibile, agli occhi dei lavoratori e dell’intera opinione pubblica, come un’azienda tutt’altro che in crisi come “Pfizer” in breve tempo lasci a casa 210 persone che tanto hanno dato all’azienda anche in periodo di emergenza Covid-19.
Non possiamo nascondere neanche la paura più grande che è quella connessa al silenzio totale sulla richiesta di piano industriale e piano degli investimenti (ad oggi ridotti del 50%). La mancanza oggi di queste basi ci allarma, poiché non si hanno opportuni riferimenti su quello che sono le prospettive legate allo stabilimento “Pfizer” di Catania, nonostante il management locale continua a ribadire che non c’è nessuna volontà di provvedere alla progressiva chiusura del sito. Nei fatti, però, appare il contrario rispetto a ciò che l’amministratore locale ha affermato anche pubblicamente e, per questo, chiediamo un Suo autorevole intervento perché si possano avere certezze sul futuro dell’unità produttiva in questione e ci si possa confrontare, revocando i licenziamenti in atto, sulle opzioni possibili per l’intero personale.
Siamo dispiaciuti che si sia, necessariamente, dovuti arrivare ad un simile livello, perché fino ad oggi avevamo confidato nella ragionevolezza di chi rappresenta questa spettabile azienda a Catania ed invece si è permesso di mancare di rispetto ai lavoratori, alle sigle sindacali che li rappresentano, alle istituzioni regionali e di Governo, alla Chieda ed alla pubblica opinione che si è stretta attorno i dipendenti coinvolti in questa assurda procedura.
Nella certezza di un benevolo riscontro, ringraziando per l’attenzione mostrata, inviamo distinti saluti.