Roma, 25 ottobre 2024. Le lavoratrici e i lavoratori della componentistica non metalmeccanica dell'automotive in piazza per la manifestazione nazionale nel giorno dello sciopero.

Sintesi dell'intervento di Marco Falcinelli 

“Oggi è una giornata di lotta della nostra categoria che è parte integrante del percorso di mobilitazione deciso unitariamente anche da altri sindacati. Un pensiero deve andare alle lavoratrici e ai lavoratori che oggi avrebbero voluto essere qui, ma che sono morti lavorando: vergogna”. Così Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil, concludendo la manifestazione nazionale, questa mattina a Roma, delle lavoratrici e dei lavoratori della componentistica della filiera non metalmeccanica dell’automotive oggi in sciopero.

“Le fabbriche – ha proseguito -, i luoghi fisici del lavoro, muscoli ed ingegno che hanno fatto grande questo paese sono vuote. Lo sciopero è un diritto che lavoratori e sindacato difenderanno da ogni attacco delle destre securitarie, non è una passeggiata di salute, ma un sacrificio che affrontiamo con responsabilità per dare voce e forza alle nostre rivendicazioni che sono semplici e chiare: vogliamo che il patrimonio di sapere e di competenza di un'intera filiera produttiva, su cui si è poggiato lo sviluppo industriale del paese non scompaia sotto il peso di scelte necessarie se vogliamo salvare il pianeta; con il pianeta, però, vogliamo salvaguardare il lavoro e le produzioni industriali, cogliendo le opportunità del cambiamento”.

“È drammatico doverlo registrare - continua Falcinelli -,  ma oggi Governo e Confindustria sembrano alleati e complici nella scelta di strategie sbagliate che stanno portando l'industria del nostro paese al disastro. In questi anni abbiamo assistito ad un processo di finanziarizzazione dell'industria senza precedenti: il costo del lavoro negli ultimi quattro anni ha perso il 12%; la remunerazione del capitale di rischio per i soci è cresciuta del 14% e gli stessi soci hanno prelevato, come dividendi, l’80% degli utili netti (dati osservatorio delle imprese dell’università La Sapienza). Oggi il paese paga l'assenza decennale di politiche industriali. Tranne interventi che hanno agito solo sulla domanda. Le esperienze presenti e passate sono fallimentari, lo saranno ancora se le politiche pubbliche non interverranno anche sul lato dell'offerta, aggregandola, orientandola e sostenendola selettivamente verso gli obiettivi e le sfide che la transizione ecologica e digitale. Richiede questo è quello che serve e che oggi manca”.

“I grandi processi di cambiamento vanno governati e non subiti, le lavoratrici e i lavoratori devono essere i protagonisti del cambiamento, il sindacato deve essere un agente determinante nel governare, insieme a loro, il cambiamento stesso. Ci ascoltino il Governo e la Confindustria, non ci faremo mettere il bavaglio, non ci fermeranno nemmeno le loro proposte liberticide sulla possibilità di scioperare, staremo in piazza sempre per difendere la parte sana e onesta del Paese, quella che paga le tasse, quella che oggi è qui con noi”: ha concluso il leader della Filctem Cgil.

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