Pensioni, lavoro, Pnrr, morti sul lavoro i temi affrontati nel documento
“Il Governo si appresta ad agire su pensioni e fisco, forte di un tessuto sociale distratto e lacerato su uno dei temi che più dovrebbe unire il Paese. Nel contempo, Lavoratrici e Lavoratori, nonostante il rimbalzo di crescita del PIL, stanno subendo un vero e proprio salasso economico dovuto ad un aumento generalizzato del costo della vita, ad esempio del costo delle materie prime, dell'energia, dei combustibili fossili etc.”. Così inizia l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio della RSU del Polo Pirelli di Settimo Torinese il 16 novembre scorso.
“Confindustria – prosegue l’ODG -, dal canto suo, con il suo leader in testa, si spinge a visioni ultraliberali e fortemente ideologiche sugli argomenti che sono in fase di discussione: in primis sull'impiego delle ingenti somme destinate dall'Europa per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Su una cosa non ci sentiamo di dissentire, rispetto a quanto affermato negli scorsi giorni dal presidente di Confindustria: noi non siamo schiavi e loro non sono certo padroni! Su tutto il resto non possiamo che nutrire forti perplessità, a partire dall' improprio tentativo di attribuirsi una qualche forma di rappresentanza dei lavoratori, affermando con arroganza che essi tutto vogliono meno che scendere in piazza. Non ci stiamo inoltre – insiste il documento -, a sottostare ad un nuovo tentativo di divisione tra ‘vecchie generazioni’ etichettate come ‘garantite’ e quelle nuove del precariato, mantra della Confindustria e dei governi a partire dai primi anni 2000 che è arrivato il momento di combattere efficacemente!! Questi gli slogan che ci hanno inseguito per oltre 20 anni: flessibilità in ingresso (con ampie agevolazioni alle imprese e penalizzazione sui lavoratori resi precari) e flessibilità in uscita (spesso dietro aiuti statali in forma di scivoli e scivoletti, provvidenzialmente generati per "svecchiare" le imprese, ovviamente accanto ad ulteriori penalizzazioni per i lavoratori). Certo, perché è normale che in questo Paese parlare di emersione del lavoro nero o di evasione fiscale (stimata in oltre 140 miliardi di euro all'anno) sia considerato un'eresia, o è normale che una tassa sui grandi patrimoni sia considerata un tabù...! È probabilmente normale come chiedere un taglio dell'IRAP per le imprese (richiesta di Confindustria), senza proporne ad esempio la canalizzazione in investimenti per la prevenzione e la formazione, con l'obiettivo di porre fine allo scempio delle morti sul lavoro!! O ancora, è normale non assistere ad uno straccio di discussione programmatica su "un piano energetico e infrastrutturale serio e lungimirante", in una nazione nel quale gran parte del management esprime il meglio delle proprie qualità prospettando soluzioni che oscillano unicamente tra il ripiego sui costi del lavoro e il ricatto delle delocalizzazioni! Per tutte queste anomalie ed ingiustizie abnormi, non solo riteniamo opportuna una campagna assembleare nei luoghi di lavoro, ma crediamo sia necessario, qualora non ci fossero i margini utili, iniziare una mobilitazione che parta dai territori fino ad arrivare allo sciopero generale, con la finalità di abbracciare le istanze di lavoratrici e lavoratori anziane/i e giovani, pensionate e pensionati, cittadine/i, uniti per risollevare le sorti della nostra società e del nostro paese, attraverso soluzioni più efficaci, eque e giuste”. Conclude il documento.
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