Si è svolto oggi, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l'incontro convocato dal Ministro a seguito della decisione del Tribunale che, bloccando la prosecuzione delle attività del depuratore IAS S.p.A. (Industria Acqua Siracusana) di Priolo Gargallo, mette a rischio la continuità produttiva dell'intera area industriale ed il reddito di migliaia di lavoratori. "Non c'è alcun atto concreto da parte del Governo, per accelerare le azioni utili a scongiurare fermi produttivi e a coniugare la tutela dell'ambiente con il diritto al lavoro di un'area fondamentale per la Sicilia e per il Paese", hanno dichiarato al termine dell'incontro al MIMIT Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil, e Marco Falcinelli, segretario generale Filctem-Cgil.
"Le transizioni – hanno spiegato i dirigenti sindacali - non possono essere affrontate nel modo in cui le istituzioni si sono sedute al tavolo oggi. C'è la necessità di rafforzare gli investimenti per la riconversione green da parte delle imprese e del pubblico affinché nella transizione non si perda nemmeno un posto di lavoro. Il Governo ha fatto intendere che non c'è margine per effettuare nuovi decreti e la Regione ha comunicato che fornirà le rilevazioni, attraverso l'ARPA regionale, che dimostrano indicatori positivi in termini ambientali".
"La magistratura, ancora una volta, interviene a seguito dei ritardi della politica e delle imprese", hanno proseguito. "Così restano soltanto le sentenze a decidere sulle politiche industriali, rischiando che siano i lavoratori gli unici a pagare il fermo produttivo. Stiamo aspettando infatti la pronuncia della Corte costituzionale che potrebbe arrivare non prima di sei mesi".
"Investimenti, rispetto dell'ambiente, produzioni in sicurezza sono per noi l'unica chiave per traguardare la transizione produttiva di un sito in cui insistono, fra diretti, indotto e servizi, oltre 10mila lavoratori: della raffinazione, della metalmeccanica, dell'edilizia, dei trasporti e del pulimento e servizi", hanno concluso Gesmundo e Falcinelli.