“La decisione del gruppo Hugo Boss di chiudere lo stabilimento di Scandicci (Firenze) è inaccettabile, i 21 lavoratori impiegati nel sito toscano hanno elevatissime competenze e specificità. Tagliare questa linea produttiva del lusso significa abbandonare la prototipia, la fase più nevralgica nella progettazione dei nuovi prodotti che di fatto contraddistinguono il made in italy”: ha dichiarato questo pomeriggio Sonia Paoloni, segretaria nazionale della Filctem Cgil, in sostegno dei lavoratori della Hugo Boss in sciopero oggi.
“L’azienda – fa presente Paoloni - lascia il paese, delocalizza, non per assecondare la domanda di mercato, ma va via dall’Italia per scambiare il made in italy con il made in china o il made in portugal, quindi per posizionare in basso e dequalificare il brand. Massimizzare i profitti sulle spalle di quelle competenze che negli anni hanno costruito il valore aggiunto delle produzioni della Hugo Boss”.
“La nostra preoccupazione è che questa sia solo la punta dell’iceberg, e che a rischiare siano anche gli altri stabilimenti e le produzioni in Italia. Mentre tutto il mondo guarda alla Toscana e a Scandicci per le alte competenze che questo territorio offre nella pelletteria e nelle calzature, il nostro timore è che la Hugo Boss volga lo sguardo verso orizzonti troppo lontani seguendo miraggi troppo sfumati”: ha concluso la segretaria nazionale della Filctem Cgil.
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